Oggi
La nostra società e la nostra economia conoscono oggi una mutazione profonda e irreversibile. Grazie alla robotica, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, l’economia cooperativa o, ancora, la messa al lavoro dei clients e il big data, la produzione di beni e servizi necessita sempre meno lavoro salariato. La conseguenza è uno squilibrio nel mercato del lavoro a sfavore dei salariati, una disoccupazione in aumento costante e una pressione al ribasso dei salari. Se gli azionisti approfittano di quest’evoluzione, la classe media, costituita principalmente da lavoratori, vede abbassarsi il suo potere d’acquisto. Il calo dei consumi di massa riduce a sua volta i bisogni di produzione e le possibilità di crescita economica.
Non solo i progressi tecnologici consentono il RBI, ma lo rendono necessario affinché i progressi stessi siano di beneficio all’insieme della popolazione e per mantenere la stabilità economica e la pace sociale.
Vantaggi
Tra i suoi numerosi vantaggi… il RBI :
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Sradica la povertà. Stabilisce un nuovo contratto sociale e un nuovo standard di dignità umana. Porta al riconoscimento del diritto all’esistenza di ogni membro della nostra società, indipendentemente da qualsiasi valore di mercato. Mette fine alla stigmatizzazione e all’umiliazione di persone il cui unico torto è di non riuscire ad ottenere un reddito sufficiente dal loro lavoro o dal loro patrimonio, in un’economia che non riesce a garantire il pieno impiego.
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E’ il riconoscimento di tutto il lavoro indispensabile alla nostra società che oggi non è né pagato, né sufficientemente riconosciuto, come occuparsi della propria economia domestica, dei propri bambini, dei genitori, di chi ci è prossimo, dei beni comuni, di sviluppare la cultura, le arti o la vita civica, di preservare la nostra terra e di sviluppare degli strumenti o dei saperi condivisi in internet. Secondo le statistiche ufficiali, la percentuale di attività oggi non remunerate ma necessarie alla società è del 20% superiore a quella del lavoro retribuito.
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Incoraggia la creazione d’impresa, riducendo i rischi per gli imprenditori con la copertura delle loro spese di sopravvivenza. Permette loro anche di ingaggiare degli impiegati motivati dal loro progetto, che accettano di cominciare con salari modesti, perché percepiscono già il RBI. Permette di esercitare alcune attività anche se poco redditizie, come la permacoltura, l’artigianato o l’accompagnamento sociale
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Democratizza la formazione, giocando il ruolo di sussidio allo studio, e permette in qualsiasi momento della propria vita di seguire una formazione complementare.
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Permette una distribuzione del lavoro scelto piuttosto che subito, dando ai lavoratori la sicurezza necessaria per negoziare le condizioni di lavoro che convengono loro (oggi il 90% degli uomini desidererebbero poter ridurre il loro tempo di lavoro, mentre molte altre persone cercano disperatamente un impiego).
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Semplifica lo Stato sociale, rimpiazzando una serie di prestazioni e sopprimendo i dispositivi di controllo, che ad ogni modo si rivelano inefficaci nel riconoscere i veri abusi. Non ha nessun effetto soglia, come quello delle prestazioni sociali convenzionali, che scoraggiano l’inserimento professionale.
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Introduce la democrazia fin dentro la famiglia, riducendo la dipendenza degli uni dagli altri.
Rischio zero
La possibilità di finanziamento del RBI è acquisita (vedi Finanziamento). La classe media, dal canto suo, con il RBI è automaticamente protetta da ogni supplemento d’imposta che possa scoraggiare il suo inserimento professionale. Perché, a destra come a sinistra, tutti i partner sociali concordano, quando si tratta di incoraggiare l’impiego e il successo della nostra economia.
Il RBI fa scomparire i lavori ingrati, sopprimendo la costrizione economica a doverli svolgere. I compiti in questione saranno automatizzati, svolti dalle persone che ne hanno bisogno, abbandonati (se possibile) o pagati meglio. Lo sviluppo del lavoro a tempo parziale permetterà anche alle persone impegnate in attività poco remunerate di consacrare parte del loro tempo a questi compiti. Comunque sia, non è degno di una democrazia moderna costringere i suoi membri più sfavoriti a svolgere i compiti più ingrati.
L’attrattività della Svizzera è già estrema. L’immigrazione può dunque continuare ad essere regolata tanto quanto oggi. Il RBI sarà accordato solo ai titolari di un permesso di soggiorno valido. In caso di bisogno, si potrà prevedere un tempo d’attesa prima di accordare l’incondizionalità ai nuovi arrivati.
Il RBI protegge dal rischio di smantellamento sociale: è molto più difficile ridurre una rendita che tocca tutti allo stesso modo che diminuire qua e là dei salari o delle prestazioni sociali di cui beneficiano solo certe nicchie della popolazione.
In fin dei conti, l’iniziativa propone solo il principio del RBI. Spetterà al parlamento, agli attori politici e al popolo decidere della sua applicazione concreta. E questa sarà il frutto di un consenso politico. Il vero rischio qui non è dire sì al principio del RBI, ma non adattarsi in tempo ai grandi cambiamenti del XXI secolo
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